Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. II, 1952 – BEIC 1804122.djvu/252

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sistere. Questa onnipotenza e fatalitá della passione che s’impadronisce di tutta l’anima e la tira verso l’amato nella piena consapevolezza della colpa è l’alto motivo su cui si svolge tutto il carattere. Appunto perché amore è rappresentato come una forza straniera all’anima e irrepugnabile, qui hai fiacchezza, non depravazione. Francesca è rimasta il tipo onde sono uscite le più care creature della fantasia moderna: esseri delicati, in cui niente è che resista e reagisca, fragili fiori a cui ogni lieve soffio è mortale, e che si rassomigliano tutte per una comune natura. Gittate in un mondo che non comprendono e da cui non sono comprese, tu le vedi, come Dante le rappresenta, «di qua, di lá, di su, di giú», menate dall’onda della loro passione, né possiamo senza strazio vederle nelle tragedie accostarsi piú e piú, ridenti e spensierate, a quell’abisso che elleno medesime si scavano, e dove va a sprofondare, prima quasi ancora che sia gustata la vita, tanta gioventú e bellezza. Qui è la tragedia della donna, variata da mille incidenti, ma con lo stesso fondo. Ofelia, Giulietta, Clara, Tecla, Margherita, Francesca, sono parenti, tutte hanno sulla fronte lo stesso destino. L’uomo nella sua lotta resiste e, vinto anche, l’anima rimane indomata e ribelle: il suo tipo è Prometeo. L’uomo che resista e vinca, può in certi casi essere un personaggio poetico; ma l’aureola della donna è la sua fiacchezza; né moralista otterrá mai che la donna invasa e signoreggiata dalla passione, ove dalla lotta esca vincitrice, sia altro mai che un personaggio inestetico, virtuoso, rispettabile, ma inestetico. La poesia della donna è l’esser vinta, invano ripugnante contro quella ferrata necessitá che Dante ha espressa con rara energia nella frase: «Amore... a null’amato amar perdona». Ma contrastando e soggiacendo ella serba immacolata l’anima, quel non so che molle, puro, verecondo e delicato che è il femminile, «l’essere gentile e puro». La donna depravata dalla passione è un essere contro natura, perciò straniero a noi e di nessuno interesse. Ma la donna che nella fiacchezza e miseria della lotta serba inviolate le qualitá essenziali dell’essere femminile, la puritá, la verecondia, la gentilezza, la squisita delicatezza de’ sentimenti, po-