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settembrini e i suoi critici 267

Cosí della vita vi si presenta tale un’immagine, che mi ricorda certi ritratti sotto cui bisognerebbe scrivere: questi è tal di tale. Io non intendo dire che cosí sempre e cosí appunto faccia il Settembrini; ma mi sembra ch’egli appartenga a questa scuola, e con le intenzioni piú generose non riesce a cose migliori.


Or questa mutilazione della vita è il fenomeno di tutti i secoli battaglieri, in cui gli avversari veggono ciascuno le cose da un lato solo; è il carattere del nostro secolo militante, è il frutto della Rivoluzione francese che dura ancora. Ma il pacifico Zumbini, vissuto fuori delle nostre battaglie, è stanco della rivoluzione, e invoca la fine, invoca tempi tranquilli in cui un onesto uomo possa dire non solo la veritá, ma tutta la veritá. Indi quel suo sorriso scevro di malizia e di amarezza, con che contempla la miseria delle nostre lotte, e quel dire al Settembrini: — Le vostre intenzioni sono generose, ma voi siete fuori della storia e fuori della vita; voi rassomigliate a’ diavoli di Male bolge, e i vostri ritratti son tali, che sotto bisognerebbe scrivervi: questi è tal di tale — .

Fuori della storia! e fuori della vita! Fosse anche il Settembrini fuori della critica? Sissignore. Anzi è questo, secondo lo Zumbini, il suo fallo principale. Fuori della critica.

Il criterio critico del Settembrini è che una letteratura ha piú o meno valore e importanza secondo che il contenuto è piú o meno importante. Cosi a parer suo il valore della Divina Commedia è non nella lettera, ma nell’allegoria, ovvero nel contenuto espresso in forma allegorica.

A questo criterio, che, secondo lo Zumbini, guida nei giudizi non pure il Settembrini, ma il Gioberti, il Tommaseo, il Giudici e quasi tutt’i critici italiani, egli oppone l’altra teoria che è l’arte per l’arte. L’una teoria dice: — Il contenuto è tutto; l’arte è nulla — . L’altra dice: — Il contenuto è nulla; l’arte è tutto — . Lo Zumbini si ficca in mezzo a’ combattenti, e con quel suo sorrisetto li arringa cosí: — Fate la pace, ché tutti avete torto e ragione; le vostre teorie sono assolute; la veritá è nel giusto mezzo; l’arte è gran cosa, ma il contenuto