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22 | saggi critici |
trionfo di Racine; la scena sesta è una maraviglia di poesia. Tutt’i sentimenti di Fedra sboccano come un torrente e si urtano, s’intralciano, si compenetrano, vivono sotto una sola immagine, a quel modo che nella faccia o negli occhi vediamo talora muoversi diversi ed anche contrari affetti. La sua fantasia corre appresso a’ due amanti; s’immagina che in quello stesso momento ridano di lei, «une amante insensée», che giurino di non piú lasciarsi; e li vede ne’ boschi parlarsi, cercarsi1; onde rabbia, ansietá, turbamento, delirio, ritorno in sé stessa, rimorso, tenerezza, orrore, e nuove immagini e nuovi sentimenti. Questo è poesia.
Non ho innanzi la traduzione e non posso darne giudizio; mi parve corretta e spesso fluida; ma Racine non si traduce.
Della Ristori, che meritò nella parte di Fedra si grandi applausi, non voglio e non debbo parlare per incidente. Ha comune la scuola con altri attori piú o meno valenti, ma ha di proprio alcun che di geniale, che merita di essere studiato.
[Nella «Rivista contemporanea», a. III, i856, vol. V, pp. 597-6i5.]
- ↑ Qui ci è un altro passaggio, stupendo di veritá, e di poesia, che non fu bene apparecchiato dalla Ristori con l’azione e col tono della voce:
Dans le fond des forêts allaient-ils se cacher?
Hélas! ils se voyaient avec pieine licence:
Le ciel de leurs soupirs approuvait l’innocence, ecc.Al secondo verso entra un nuovo ordine d’idee. Fedra concepisce l’amore d’Ippolito ed Aricia con le stesse circostanze del suo amore colpevole, e crede ch’essi andavano ne’ boschi a nascondersi, che si amavano di soppiatto; quando, con un improvviso ritorno su di sé stessa, s’avvede della differenza de’ due amori. Schlegel domanda se le principesse greche andavano per avventura ne’ boschi, e non vede che questo appunto mostra, il turbamento di Fedra. Il passaggio è tale, che non può essere non gustato e non produrre una grande impressione, quando sia ben rappresentato.