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machiavelli 327

quello che vuol essere il mondo moderno rispetto al Medio evo. Era naturale adunque che l’ideale futuro di Machiavelli trovasse un certo riscontro in quella civiltá matura: ed egli, infatti, trova tre parole sacre: la virtú, la patria, la gloria. La virtú, non quale s’intende ai tempi nostri; ma, invece, l’operare gagliardamente: nel senso romano, la virtú era tempra, energia. E quale era l’obbiettivo di questa virtú? La patria, alla quale l’individuo immolava sé stesso. Il premio poi di questo fine conseguito era la gloria. Ecco le leve con le quali il Machiavelli voleva muovere il mondo moderno.

Ma questo pensiero nuovo, prima di acquistar coscienza di sé, era inviluppato in un certo guscio, che a noi oggi fa mestieri rompere. Quale era la prima idea, la sommitá del nuovo edilizio cui il Machiavelli apprestavasi a costruire? Il Medio evo, egli disse, ci ha dato anarchia : dunque, vi deve essere alla cima dell’edificio il potere civile e sociale, lo Stato. Questo è il nuovo imperatore.

Lo Stato ha i suoi fini ed i suoi mezzi in sé stesso, e perciò ha in sé la sua legittimitá; onde non ha bisogno né dell’investitura del papa, né di quella di Cesare, né della sanzione del diritto municipale. Lo Stato non solo è per tal modo indipendente, ma è autonomo: esso non è né religione, né moralitá, né scienza. Però tutti questi elementi sono nel suo seno senza essere lo Stato. Quindi la religione che vuol divenire Stato è usurpatrice; come usurpatore sarebbe del pari ogni altro di quegli elementi che si trovano nello Stato, se volesse a questo sostituirsi. Quegli elementi si trovano nello Stato medesimo col nome di « forze sociali ». Da ciò deriva che lo Stato si spoglia di tutti gli elementi estranei, acquista coscienza, acquista un fine proprio e mezzi proprii, e con ciò si genera la scienza dello Stato. Infatti, quando è nata l’estetica? Quando è stata distinta da tutti gli elementi, coi quali era confusa, ed è divenuta scienza della forma. La reazione del particolare e dell’io contro la sintesi confusa è un immenso progresso.

Ma quale sará la base della scienza politica? Machiavelli dice che nella storia non si ha né fortuna né caso, ma qualche