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giuseppe parini | i23 |
la libertá, l’umanitá, l’amore, la famiglia, l’amicizia, la natura, tutto un mondo religioso e morale. In quest’armonia universale, dove uomo, patriota, amico, amante, artista, poeta, letterato s’internano e s’immedesimano, è il verbo della nuova letteratura. L’Italia da gran tempo aveva artisti, non aveva poeti. Qui comincia a spuntare il poeta, perché dietro all’artista c’è l’uomo. La sua Musa non è Apollo, è tutto l’Olimpo. E sente la Musa
Colui cui diede il ciel placido senso E puri affetti e semplice costume; Che di sé pago e dell’avito censo Piú non presume; Che spesso al faticoso ozio de’ grandi E all’urbano clamor s’invola, e vive Ove spande natura influssi blandi O in colli o in rive; E in stuol d’amici numerato e casto, Tra parco e delicato al desco asside, E la splendida turba e il vano fasto Lieto deride, Che a’ buoni ovunque sia, cerca favore, E cerca il vero, e il bello ama innocente; E passa l’etá sua tranquilla, il core Sano e la mente. |
O giovinetto, diceva il vecchio poeta a Ugo Foscolo, che lodava i suoi versi, prima di encomiare l’ingegno del poeta, bada a imitar l’animo suo in ciò che ti desta virtuosi e liberi sensi, ed a fuggirlo ov’ei ti conduca al vizio e alla servitú.
In questo rinnovamento del contenuto nella coscienza, in questa ristaurazione dell’uomo nell’arte, si afferma la nuova