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cosí perfetto che possa fissare gli ultimi limiti del corporeo e le molecole del cervello e le loro vibrazioni: il legame tra la fine del corporeo e il principio dello spirituale rimane ignoto. Movimenti di molecole corporee sono e saranno sempre un corporeo, un diverso dal conoscere. E sono anche un semplice gioco tutt’i sistemi del monismo, cosí quello del Plotino, come quelli di Spinoza, Fichte, Schelling ed Hegel. Questa unitá, che si distingue poi subito di nuovo in essere e sapere, è parola vuota, da cui si può cavare tutto ciò che piace secondo l’abilitá del prestigiatore, ma che non dice niente di concepibile.

Ma ci è un secondo istrumento della conoscenza, ed è il pensiero, la cui attivitá bene osservata ci mostra parecchi indirizzi: ripete come nella memoria; unisce o divide, come nella sintesi e nell’analisi, paragona, confronta, rapporta, esprime le diverse specie di conoscenza, l’attenzione, la certezza, la necessitá. Queste sono le sue attivitá o forze.

Ricordando, non gli è più bisogno l’oggetto: gli basta rappresentarselo. Dividendo l’oggetto in parti, proprietá, elementi e concetti, facilita il linguaggio e la conoscenza, e da’ concetti sale alle leggi delle cose che è lo scopo della scienza. Congiungendo oggetti e parti di oggetti, come fa il poeta, produce nuove immagini o rappresentazioni, senza potere oltrepassare le forme dell’esistente. Unitá formali altre che le esistenti non sono rappresentabili, e rimangono vuote parole, come molti concetti filosofici di questa natura.

Riassumendo, il contenuto di tutto ciò che è, corpo e spirito, può solo esser conosciuto dall’uomo con la percezione; sola la percezione nelle due sue guise forma il ponte che dall’essere conduce al sapere, e sola essa afferma l’identitá del contenuto, come essere e come sapere, cioè la sua veritá. Questo principio della conoscenza nella sua formola piú semplice si può esprimere in queste due tesi:

Ciò che è percepito esiste;

Ciò che si contraddice non esiste.

In queste due tesi unite è il principio del realismo: da ciò viene non pure il suo contenuto, ma la sua veritá.