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il principio del realismo 205


sottili operazioni. Non è l’empirismo, di cui Hegel potè dire che adopera le categorie senza critica e senza coscienza.

Del resto, il nuovo realismo può essere considerato ancora come una ulteriore formazione della dottrina di Hegel. Tutti i grandi pensieri dell’eminente filosofo, come l’identitá dell’essere e del sapere, la natura obbiettiva de’ concetti, il significato della moralitá nella storia del mondo e parecchi altri vi sono non solo ammessi, ma lavorati a nuovo, rimosso ciò che di oscuro e di contraddittorio, di falso mescolato col vero è lá dentro, tiratili fuori nella loro piena veritá in una forma chiara.

Il Kirchmann cosí terminando esprime il desiderio che la sua esposizione acquisti al realismo molti seguaci, e rimuova parecchi malintesi. Solo nel realismo possono i filosofi tedeschi uscire dal loro isolamento, dal ristretto circolo degl’iniziati e dei credenti, ed entrare in comunione vivente non solo con tutti gli uomini colti, ma anche co’ filosofi degli altri paesi civili.

Ed è appunto questo desiderio, che ha mosso me a dare di questa esposizione un’idea quanto ho piú potuto esatta a’ miei concittadini. Noi siamo generalmente disposti piú ad ammirare i tedeschi che a studiarli ed entrare nel pieno possesso della loro coltura. L’influenza del pensiero germanico sul nostro spirito è grande; ma appunto per questo, se vogliamo essere uomini liberi e non macchine, bisogna studiarlo questo pensiero e guardarlo da tutti i lati. Uno studio accurato del pensiero altrui rende noi originali, anche quando ci persuadiamo di appropriarcelo. Il Kirchmann ha fatto opera utile a circoscrivere in proprii confini il realismo, allontanandone le superficialitá grossolane dell’empirismo e le ipotesi frettolose del materialismo. Cosi ha rimossi molti preconcetti e molte ^obbiezioni, che nascono da simili confusioni.

Pure non è riuscito, mi pare, ad acquistare molti aderenti al suo realismo, come dottrina. Sotto questo aspetto la sua esposizione non mi pare compiuta né persuasiva. Pochi potranno partecipare al suo odio d’iconoclasta verso l’immaginazione e il sentimento, che pur coesistono nello spirito accanto al pensiero e gli danno lume e calore. E se lo traviano e l’ingannano.