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concepire la donna nella sua personalitá, la vita nella sua realtá, e l’amore nella sua veritá. La vita è pur bella, quando può concepire Nerina; ma la vita è un fantasma, quando Nerina è un’ombra della sua immaginazione. E cerchi Nerina, e trovi Aspasia. Visse il povero poeta di fantasmi e di illusioni, e l’ultima sua illusione fu la donna. E anche questa illusione fini. Morí Nerina, e nacque Aspasia. Morí l’entusiasmo, e nacque l’ironia. La tragedia della vita fu consumata. Morí il reale, e morí la poesia.

Con Aspasia il regno ideale della donna è finito. Comincia la donna reale, nella pienezza della sua personalitá. Ma oimè’ si travede; non si vede ancora.

[Nella «Nuova Antologia», gennaio i877.]