Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. III, 1974 – BEIC 1804859.djvu/58

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52 saggi critici
                                                   
                         

La Madre

                    
                                              
                                    Caro marito mio, molto mi pesa
Che sappi perché siamo sconsolati:
Perché molto dolor credo n’avrai.
Quando com’io il caso intenderai.
     Questo nostro figliuol che in tanti vezzi
Nutrito abbiam, cresciuto e allevato,
Benché fatto l’abbiam, par che non prezzi.
Ma come tristo, sconoscente e ingrato
Par che del tutto ci abbandoni e sprezzi,
Dicendo aver suo animo fermato
Servire a Dio; ma questa fantasia
Non mi par d’un fervor, ma di pazzia.
                    
                                              
                         

Il Padre

                    
                                              
                                    Figliuol, tu stai si cheto. È questo il vero?
Vuo’ ci tu dar questa malinconia?
È questo il ben che in mia vecchiezza spero
Aver di te? deh! lieva da te via
Questo pensiero. Manifesta il vero:
Se il cor tuo altro che questo disia,
Ben sai che c’è il modo a contentarti:
Deh! non volere a tanta viltá darti.
     Non vedi che siam vecchi e non abbiamo
Altro figliuol che te, che reda sia?
E sempre noi affaticati siamo,
Perché, mentre che vivi, bene stia?
E or che darti moglie pensavamo.
Tu c’esci fuor con questa tua pazzia!
E sai che il matrimonio è sacramento
E larga via che mena a salvamento.
                    
                                              
                         

Il Figliuolo

                    
                                              
                                    O padre e madre mia, io son ben certo
Che in ogni stato si può l’uom salvare.
Ma bisogna esser ben prudente e sperto
Chi sta nel mondo a non si maculare;