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un dramma claustrale | 59 |
Il Monaco vada a córre radici d’erbe e frutte, e il Santo Padre vada a fare orazione e dica: |
Oh Signor mio, quando penso all’altezza Della tua somma e infinita essenza, E poi mi volto alla mia vii bassezza, Io non ardisco venirti in presenza; Ma pur quando contemplo la grandezza Di tua bontá, piglio gran confidenza Di poter grazia da te impetrare. Per la qual degno io sia di te pregare. Signor, deh! guarda alla tua.inferma gregge, Che bela errando e lascia i dolci paschi, Guidata mal dal pastor che la regge. Piuttosto fa’ signor che dal ciel naschi Chi la rauni e rinformi tua legge, Che sopra lor la tua degna ira caschi. Deh! pio Signor, non la lasciar perire, Poiché per lei ti fu grato il morire. E s’egli è tanto il pensier de’ mortali Di crescer fama e cumular tesori, E contentar gli appetiti bestiali. Che fatti sien della tua grazia fuori: Uomini sono e per la carne frali, Però, Signor, mercé a’ peccatori, Mercé, Signor; deh! tocca loro il cuore, Si che sien volti sempre nel tuo amore. E ben ch’io creda che tua provvidenza Intenda il fin di quel che è da venire, Nondimen veggio per isperienza Le opere spesso co’ mezzi finire. Dunque di te pregare ho confidenza, E sempre credo mi deggia esaudire, Però che la intenzion del mio volere Sempre è a far cosa che ti sia in piacere. Ma or nel fine della mia orazione Di cosa grande ti vorrei pregare; E se io userò presunzione, Forza del puro amor mel fará fare, |