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vii. situazioni petrarchesche | i25 |
sente giá, senza accorgersene, nel pieno della situazione, e non va a tentoni e non fa proloquii. Il fatto gli si presenta in un certo stadio, con certi accessorii; si trova d’aver fatto giá la
L’amoroso pensiero Ch’alberga dentro, in voi mi si discopre lai, che mi trae del cor ogni altra gioia: Onde parole ed opre Escon di me si fatte allor, ch’i’ spero Farmi immortai, perché la carne moia; Fugge al vostro apparir angoscia e noia; E nel vostro partir tornano insieme: Ma perché la memoria innamorata Chiude lor poi l’entrata. Di lá non vanno dalle parti estreme. Onde s’alcun bel frutto Nasce di me, da voi vien prima il seme. Io per me son quasi un terreno asciutto, Colto da voi; e ’l pregio è vostro in tutto. Canzon, tu non m’acqueti, anzi m’infiammi A dir di quel ch’a me stesso m’invola: Però sia certa di non esser sola. Gentil mia Donna, i’ veggio Nel mover de’ vostri occhi un dolce lume Che mi mostra la via ch’ai Ciel conduce; E per lungo costume, Dentro lá dove soi con Amor seggio Quasi visibilmente il cor traluce. Quest’è la vista ch’a ben far m’induce, E che mi scorge al glorioso fine; Questa sola dal vulgo m’allontana: Né giammai lingua umana Contar poria quel che le sue divine Luci sentir mi fanno. E quando il verno sparge le pruine, E quando poi ringiovenisce l’anno, Qual era al tempo del mio primo affanno. Io penso: se lassuso Onde ’l Motor eterno delle stelle Degnò mostrar del suo lavoro in terra, Son l’altriopre sí belle, Aprasi la prigion ov’io son chiuso, E che ’l cammino a tal vita mi serra. Poi mi rivolgo alla mia usata guerra, Ringraziando Natura e ’l di ch’io nacqui, |