Pagina:De Sanctis, Francesco – Storia della letteratura italiana, Vol. I, 1912 – BEIC 1806199.djvu/177

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vii - la «commedia» 171


terra. Dimentica di essere un simbolo o una figura allegorica; ed è Dante, la piú potente individualitá di quel tempo, nella quale è compendiata tutta l’esistenza, com’era allora, con le sue astrattezze, con le sue estasi, con le sue passioni impetuose, con la sua civiltá e la sua barbarie. Alla vista e alle parole di un uomo vivo, le anime rinascono per un istante, risentono l’antica vita, ritornano uomini; nell’eterno ricomparisce il tempo; in seno dell’avvenire vive e si muove l’Italia, anzi l’Europa di quel secolo. Cosi la poesia abbraccia tutta la vita, cielo e terra, tempo ed eternitá, umano e divino; ed il poema soprannaturale diviene umano e terreno, con la propria impronta dell’uomo e del tempo. Riapparisce la natura terrestre come opposizione o paragone o rimembranza. Riapparisce l’accidente e il tempo, la storia e la societá nella sua vita esterna ed interiore; spunta la tradizione virgiliana, con Roma capitale del mondo e la monarchia prestabilita; ed entro a questa magnifica cornice hai come quadro la storia del tempo: Bonifazio ottavo, Roberto, Filippo il bello, Carlo di Valois, i Cerchi e i Donati, la nuova e l’antica Firenze, la storia d’Italia e la sua storia, le sue ire, i suoi odii, le sue vendette, i suoi amori, le sue predilezioni. Cosi la vita s’integra, l’altro mondo esce dalla sua astrazione dottrinale e mistica, cielo e terra si mescolano; sintesi vivente di questa immensa comprensione Dante, spettatore, attore e giudice. La vita, guardata dall’altro mondo, acquista nuove attitudini, sensazioni e impressioni. L’altro mondo, guardato dalla terra, veste le sue passioni e i suoi interessi. E n’è uscita una concezione originalissima, una natura nuova e un uomo nuovo. Sono due mondi onnipresenti, in reciprocanza d’azione, che si succedono, si avvicendano, s’incrociano, si compenetrano, si spiegano e s’illuminano a vicenda, in perpetuo ritorno l’uno nell’altro. La loro unitá non è in un protagonista né in un’azione né in un fine astratto ed estraneo alla materia, ma è nella stessa materia; unitá interiore e impersonale, vivente indivisibile unitá organica, i cui momenti si succedono nello spirito del poeta, non come meccanico aggregato di parti separabili, ma penetranti gli uni negli altri e immedesimantisi, com’è la vita. Questa