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ix - il «decamerone» 309


commedia, ma ce n’è l’ossatura. Qui al contrario i racconti non hanno altro fine che di far passare il tempo piacevolmente, e sono veri mezzani di piacere e d’amore, il vero Principe Galeotto, titolo italiano del novelliere, velato pudicamente da un titolo greco. I personaggi evocati nell’immaginazione da diversi popoli e tempi appartengono allo stesso mondo, vuoto al di dentro, corpulento al di fuori. Personaggi, attori, spettatori e scrittore sono un mondo solo, il cui carattere è la vita tutta al di fuori, in una tranquilla spensieratezza.

Questo mondo è il teatro de’ fatti umani abbandonati al libero arbitrio e guidati ne’ loro effetti dal caso. Dio o la provvidenza ci sta di nome, quasi per un tacito accordo, nelle parole di gente caduta nella piú profonda indifferenza religiosa, politica e morale. E non c’è neppure quella intima forza delle cose, che crea la logica degli avvenimenti e la necessitá del loro cammino; anzi l’attrattivo del racconto è proprio nell’opposto, mostrando le azioni umane per il capriccio del caso riuscire a un fine affatto contrario a quello che ragionevolmente si potea presupporre. Nasce una nuova specie di maravjglioso, generato non dall’intrusione nella vita di forze oltrenaturali sotto forma di visioni o miracoli, ma da uno straordinario concorso di accidenti non possibili ad essere preveduti e regolati. L’ultima impressione è che signore del mondo è il caso. Ed è appunto nel vario giuoco delle inclinazioni e delle passioni degli uomini sottoposte a’ mutabili accidenti della vita, che è qui il deus ex machina, il dio di questo mondo.

E poiché la macchina è il maraviglioso, l’imprevisto, il fortuito, lo straordinario, l’interesse del racconto non è nella moralitá degli atti, ma nella loro straordinarietá di cause e di effetti. Non giá che il Boccaccio sconosca il mondo morale e religioso ed alteri le nozioni comuni intorno al bene od al male; ma non è questo di che si preoccupa e che lo appassiona. Poco a lui rileva che il fatto sia virtuoso o vizioso: ciò che importa è che possa stuzzicare la curiositá con la straordinarietá degli accidenti e dei caratteri. La virtú, posta qui a fare effetto sull’immaginazione, manca di semplicitá e di misura, e diviene