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xi - le «stanze» 373


pagani sono esseri superficiali, e spesso puri nomi. I piú accarezzati dall’autore sono i due personaggi del suo cuore: Morgante e Margutte. Morgante è lo scudiere di Orlando, ed è il vero protagonista, lo spirito del racconto, colui che gli dá la filosofia. Non è il cavaliere, è lo scudiere l’eroe di questa storia plebea, il cui spirito penetra dappertutto e si continua anche dopo la sua morte. Morgante rappresenta il lato eroico e cavalleresco della plebe: ghiotto, millantatore, ignorante, di poca malizia; ma buono, fedele e coraggioso. Il suo battaglio è l’emulo di Durindana. Margutte è la plebe nella sua degenerazione e corruzione: ignobile, beffardo, ladro, fraudolento, assai vicino all’animale. Questi due esseri accoppiati insieme si compiono e si spiegano. Se ci fosse maggiore stacco tra queste figure volgari e i cavalieri, nel loro antagonismo o dualismo sarebbe la vera parodia, come è di Sancio Panza e don Chisciotte. Ma lo spirito plebeo penetra ancora fra’ cavalieri; e Margutte e Morgante sono non una parte, ma il tutto, l’alto modello a cui piú o meno è informata la storia, intitolata a buona ragione II Morgante.

Una concezione originale è Astarotte. Il diavolo cornuto di Dante, che giá riceve una prima trasformazione nel suo «nero cherubino», il bravo «loico» che ha tutta l’aria di un dottore di Bologna, qui prende aria paesana, ed è un buon compagnone. Come il «nero cherubino» arieggia agli scolastici. Astarotte è il nuovo spirito del secolo: motteggiatore, ironico e libero pensatore, che fa il teologo e l’astrologo, e spiega la Bibbia a modo suo, e battezza asini Dionisio e Gregorio; ché

                                                                            ognuno erra
a voler giudicare il ciel di terra.
     
Astarotte, che è stato un serafino e de’ principali, sa molte cose, che non sanno «i poeti, i filosofi e i morali», e dice la veritá, e non fa come gli spiriti folletti che si aggirano per l’aria e ingannano gli uomini, «facendo parere quel che non è»:
                               chi si diletta ir gli uomini gabbando,
chi si diletta di filosofia,
chi venire i tesori rivelando,
chi del futuro dir qualche bugia.