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Tra queste visioni bellissima è quella del martirio di santo Stefano : un quadro a contrasto, dove tra la folla inferocita, che grida : — • Martira, martrra, — è la figura del santo, la persona giá aggravata dalla morte e china verso terra, ma gli occhi al cielo preganti pace e perdono: è il soprastare dell’anima nell’abbandono del corpo.
Siamo dunque in piena vita contemplativa. Il processo della santificazione si sviluppa. Nell’ inferno, i tumulti e le tempeste della vita reale appassionata dal furore de’ sensi : qui, entriamo in quel mondo di romiti e di santi, in quel mondo de’ misteri e delle estasi, cosi popolare, nel mondo di Girolamo, di Francesco d’Assisi e di Bonaventura, dove la pittura attingea le sue ispirazioni.
Nella visione estatica lo spirito ha giá un primo grado di santificazione : ha conquistato la sua libertá dal senso, ha giá il suo paradiso; ma è un paradiso interiore, immagine e desiderio, e non sará realtá, paradiso reale, se non quando quella luce e quelle immagini, vedute dallo spirito entro di sé, sieno fuori di sé, sieno cose e non immagini. Il purgatorio è il regno delle immagini, uno spettro dell’ inferno, un simulacro del paradiso.
Nella visione estatica lo spirito è attivo e conscio; nel sogno è passivo e inscio : è una forma di visione superiore, non solo senza opera del senso, ma senza opera dello spirito; è visione divina, prodotta da Dio. Perciò il sogno,
anzi che ’l fatto sia, sa le novelle;
e l’anima
alle sue vision quasi è divina.
Nel sogno si rivela il significato delle visioni e delle apparenze del purgatorio. Che cosa significano quelle pitture e quelle estasi? che cosa è il purgatorio? È il regno dell’ intelletto e del vero, dove il senso è spogliato delle sue belle e piacevoli apparenze e mostrato qual è, brutto e puzzolento. L’apparenza è una sirena:
— Io son — cantava, — io son dolce sirena, che i marinari in mezzo il mar dismago, tanto son di piacere a sentir piena. —