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112 storia della letteratura italiana


naturale, che operi cosí fatalmente come un animale, determinato all’azione da passioni, opinioni, interessi, dalla sua natura o carattere, con la stessa necessitá che l’animale è determinato da’ suoi istinti e qualunque essere vivente dalle sue leggi costitutive. Considerando l’uomo a questo modo, lo storico conserva quella calma dell’intelletto, quell’apatia e indifferenza che ha un filosofo nella spiegazione de’ fenomeni naturali. Ferruccio e Malatesta gl’ispirano lo stesso interesse; anzi Malatesta è piú interessante, perché la sua azione è meno spiegabile e attira piú la sua attenzione intellettuale. Di che si stacca questo concetto della storia: che l’uomo, ancora che sembri nelle sue azioni libero, è determinato da motivi interni o dal suo carattere, e si può calcolare quello che fará e come riuscirá, quasi con quella sicurezza che si ha nella storia naturale. Perciò chi perde ha sempre torto, dovendo recarne la cagione a se stesso, che ha mal calcolato le sue forze e quelle degli altri. Questa specie di fisica storica non oltrepassa gl’ individui, i quali ci appaiono qui come una specie di macchinette maravigliose anzi miracolose alla plebe: a noi poco interessanti, perché sappiamo il segreto, conosciamo l’ingegno da cui escono quei miracoli, e tutto il nostro interesse è concentrato nello studio dell’ingegno.

Il Machiavelli va piú in lá. Egl’intravede una specie di fisica sociale, come si direbbe oggi, un complesso di leggi che regolano non solo gl’individui, ma la societá e il genere umano. Perciò patria, libertá, nazione, umanitá, classi sociali sono per lui fatti non meno interessanti che le passioni, gl’ interessi, le opinioni, le forze che movono gl’individui. E se vogliamo trovare lo spirito o il significato di questa epoca, molto abbiamo ad imparare nelle sue opere. Indi è che, come carattere morale, il segretario fiorentino ispira anche oggi vive simpatie in tutti gl’intelletti elevati, che sanno mirare al di lá della scorza nel fondo delle sue dottrine; e, come forza intellettuale, unisce alla profonda analisi del Guicciardini una virtú sintetica, una larghezza di vista, che manca in quello. Lui, è un punto di partenza nella storia, destinato a svilupparsi; l’altro è un bel quadro, finito e chiuso in sé.