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234 storia della letteratura italiana


si fanno», ma quello «di cui ogni specie naturale si produce». Ciò che, oltre i pitagorici, Anassagora e Democrito, comprese anche Mosé, quando disse: «‘Produca la terra li suoi animali’,... quasi dicesse: ‘Producale la materia’». Adunque le «forme» ed «entelechie» di Aristotele e le «fantastiche idee di Platone», i «sigilli ideali separati da la materia... son peggio che mostri», sono «chimere e vane fantasie». La materia è fonte dell’attualitá; è non solo in potenza, ma in atto; è sempre la medesima e immutabile, in eterno stato; e non è quella che si muta, ma quella intorno alla quale e nella quale è la mutazione. Ciò che si altera è il composto, non la materia. Si dice stoltamente che la materia appetisca la forma. Non può appetere «il fonte de le forme, che è in sé», perché nessuno appete ciò che possiede. E perciò, in caso di morte, non si dee dire che «la forma fugge... o... lascia la materia, ma piú tosto che la materia rigetta quella forma» per prenderne un’altra. Il povero Gervasio, che fa nel dialogo la parte del senso comune e volgare, vedendo a terra non solo le opinioni aristoteliche di Polinnio, ma tante altre cose, esce in questa esclamazione : — «Or ecco a terra non solamente gli castelli di Polinnio, ma ancora d’altri che di Polinnio!».—

Adunque, se gl’individui sono innumerabili, ogni cosa è uno, e il conoscere questa unitá è lo scopo e termine di tutte le filosofie e contemplazioni naturali, montando non al sommo principio, escluso dalla speculazione, ma alla somma monade o atomo o unitá, anima del mondo, atto di tutto, potenza di tutto, tutta in tutto.

Questa sostanza unica è «l’universo, uno, infinito, inmobile». «Non è materia, perché non è figurato né figurabile;... non è forma, perché non informa né figura» sostanza particolare, «atteso che è tutto, è massimo, è uno, è universo... È talmente forma che non è forma, è talmente materia che non è materia, è talmente anima che non è anima; perché è il tutto indifferentemente, e però è uno: l’universo è uno». In lui tutto è centro: il centro è dappertutto, e la circonferenza è in nessuna parte; ed anche la circonferenza è dappertutto, e in nessuna parte il centro. Non c’é vacuo, tutto é pieno: quello in cui vi può