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xix - la nuova scienza 243


sentirono la loro parentela col grande italiano, e riedificarono la sua statua.

In Bruno trovi la sintesi ancora inorganica della scienza moderna, con le sue piú spiccate tendenze : la libera investigazione, l’autonomia e la competenza della ragione, la visione del vero come prodotto della attivitá intellettuale, la proscrizione delle fantasie, delle credenze e delle astrazioni, un piú intimo avvicinamento alla natura o al reale. Dico «tendenze», perché nel fatto l’immaginazione e il sentimento soprabbondavano in lui, e gli tolsero quella calma armonica di contemplazione, senza la quale riesce difettiva la virtú organizzatrice, e quella pazienza di osservazione e di analisi, senza la quale le piú belle speculazioni rimangono infeconde generalitá.

Quanto alla sua sintesi, il Dio astratto ed estramondano fatto visibile e conoscibile nella infinita natura, l’unitá e medesimezza di tutti gli esseri, l’eternitá e l’infinitá dell’universo nella perenne metempsicosi delle forme, il sentimento dell’anima o della vita universale, l’infinita perfettibilitá delle forme nella loro trasformazione, la produttivitá della materia dal suo intrinseco, l’azione dinamica della natura nelle sue combinazioni, la libertá distinta dal libero arbitrio e rappresentata come la stessa effettuazione del divino o della legge, la moralitá e la glorificazione del lavoro, sono concetti che, svolti lungamente e variamente da Bruno in opere latine e italiane, appaiono punti luminosi nella speculazione moderna, e ne trovi i vestigi in Cartesio, in Spinoza, in Leibniz, e piú tardi in Schelling, in Hegel e ne’ presenti materialisti. Se dovessi con una sola forinola caratterizzare il mondo di Bruno, lo chiamerei il mondo moderno ancora in fermentazione.


ii


Roma bruciava Bruno, Parigi bruciava Vanini. I loro carnefici li dissero atei. Pure Dio non fu mai cosa si seria come nel loro petto. — Andiamo a morir da filosofo — disse Vanini,