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xiii - l’«orlando furioso» 19


Nondimeno l’Italia era il paese dove l’uomo, come intelligenza, era piú adulto, piú formato dall’educazione e dalla coltura, e dove il soprannaturale sotto tutte le sue forme non era ammesso che come macchina poetica, un gioco d’immaginazione. Perciò, se in altre parti di Europa ci era ancora un legame tra il mondo cavalleresco e il mondo reale, questo legame era spezzato tra noi, e la cavalleria non era che un mondo di pura immaginazione.

Ludovico era tutt’altro che uomo cavalleresco, anzi tirava al comico. E quando prese a voler continuare la storia del Boiardo, era come un pittore che dipinge con la stessa indifferenza ima santa o una ninfa o una fata, pur di dipingerla bene. Molti chiedono: quale fu lo scopo dell’Ariosto? Non altro che rappresentare e dipingere quel mondo della cavalleria. Omero canta l’ira di Achille, Virgilio canta Enea, Dante canta la redenzione dell’anima. L’Ariosto non canta l’impresa di Agramante o di Carlo, e non le furie di Orlando e non gli amori di Ruggiero e Bradamante : l’impresa di Agramante è per lui come un punto fisso intorno al quale si sviluppa il mondo cavalleresco; non lo scopo, ma il tempo e il luogo nel quale si mostra quel mondo. Egli canta le donne e i cavalieri, le cortesie e le audaci imprese, che furono a quel tempo che Agramante venne in Francia. Le furie di Orlando e gli amori di Ruggiero sono non episodi, appunto perché non ci è un’azione unica e centrale, ma parti importanti di quell’immensa totalitá che dicesi «mondo cavalleresco». L’unitá è dunque non questa o quella azione e non questo o quel personaggio, ma è tutto esso mondo nel suo spirito e nel suo sviluppo nel tal luogo e nel tal tempo. Se l’impresa di Agramante fosse non il semplice materiale dove si sviluppa il mondo cavalleresco, ma una vera e seria azione, lo scopo del poema; e se Orlando e Ruggiero fossero episodi ni quest’azione, il romanzo sarebbe cosi difettoso come difettosa sarebbe la Divina commedia, a volerla giudicare con lo stesso criterio. Belli questi episodi che invadono l’azione e la soperchiano! Bella quest’azione che ha i suoi accidenti piú importanti fuori del poema nella storia del Boiardo, e che ispira un