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xix - la nuova scienza 299


si dee ridurre, perché nel meditarvi non ne sia egli turbato e distolto dalle comuni invecchiate anticipazioni.


Parole auree, che sembrano tolte da una pagina del Metodo. E in questa ignoranza cartesiana, qual è l’«unica veritá», che fra tante dubbiezze non si può mettere in dubbio, ed è perciò la «prima di siffatta Scienza»? È il «cogito», è la mente umana :


Poiché... il mondo delle gentili nazioni... è stato... fatto dagli uomini, i di lui principi si debbono ritruovare dentro la natura della nostra mente umana e nella forza del nostro intendere.


La provvidenza e la metafisica, che guarda in lei, sono nel gran quadro un semplice antecedente, o, com’egli dice, un’«anticipazione», un convenuto e non dimostrato: il quadro è la mente umana nella natura e nell’ordine della sua esplicazione, la mente umana delle nazioni, la storia delle umane idee. La provvidenza regola il mondo, assistendo il libero arbitrio con la sua grazia ed oltrepassando ne’ suoi risultati i fini particolari degli uomini; ma questi risultati provvidenziali non sono piú miracolo, sono scienza umana, sono lo «schiarire delle idee», lo «spiegarsi della mente». Come Bruno, Vico canta la provvidenza e narra l’uomo: non è piú teologia, è psicologia. Provvidenza e metafisica sono di lontano, come sole o cielo, nello sfondo del quadro: il quadro è l’uomo e la sua luce, la sua scienza è in lui stesso, nella sua mente. La base di questa scienza è moderna: ci è Cartesio col suo scetticismo e col suo «cogito». Ben talora, portato dall’alto ingegno speculativo, spicca il volo verso la teologia e la metafisica; ma Cartesio è lá che lo richiama e lo tiene stretto ne’ fatti psicologici. Nel quale studio del processo della mente negl’ individui e ne’ popoli fa osservazioni cosi profonde e insieme cosi giuste, che ben si sente il contemporaneo di Malebranche, di Pascal, di Locke, di Leibnizio, il piú affine al suo spirito, e ch’egli chiama «il primo ingegno del secolo». Né solo è moderno nella base, ma nelle conclusioni, mostrando nell’ultimo spiegarsi della mente vittoriosi i principi de’ nuovi filosofi. Perché corona della sua epopea storica è lo spiritualizzarsi delle forme, il trionfo della filosofia