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338 storia della letteratura italiana


non ci sarebbe; ma concepisce l’eroico come era concepito e sentito in quella volgaritá contemporanea. Il poeta è in perfetta buona fede: non sente ciò che di basso e di triviale è sotto quell’apparato eroico, uno di spirito e di carattere col suo pubblico. Ben ne ha una coscienza confusa, e non è proprio contento, e tenta talora alcunché di piú elevato, come nel Regolo e nel Gioas, senza riuscirvi; si scopre l’antico Adamo. E fu ventura, perché cosi non ci die’ costruzioni artificiose e imitazioni aliene dalla sua natura, ma riuscí artista originale e geniale, l’artista indimenticabile di quella societá.

Questa vita, cosi assurda nella sua profonditá, ha tutta l’illusione del vero nella sua superficie. Approfondire i sentimenti, sviluppare i caratteri, graduare le situazioni sarebbe una falsificazione. La superficialitá è la sua condizione di esistenza. È una vita, di cui vedi le punte e ignori tutto il processo di formazione: una specie di vita a vapore, che nella rapida corsa divora spazi infiniti e non ti mostra che i punti di arrivo. Sbucciano sentimenti e situazioni cosi di un tratto, e spesso ti trovi di un balzo da un estremo all’altro. Sei in un continuo flutto d’impressioni variatissime, di poca durata e consistenza, libate appena, con sentimenti vivacissimi, penetranti gli uni negli altri, come onde tempestose. Scusano questa superficialitá con la musica, quasi che la musica potesse o compiere o sviluppare o approfondire i sentimenti; ma la musica metastasiana non era se non il prolungamento o l’eco del sentimento, il semplice trillo della poesia, il suo accompagnamento, perché quella poesia è giá in sé musica e canto. Una vita cosi superficiale non può essere che esteriore. È vita per lo piú descritta, come giá si vede nel Guarini e nel Marino. I personaggi nella maggior violenza de’ loro sentimenti si descrivono, si analizzano, com’ è proprio di una societá adulta, in cui la riflessione e la critica ti segue nel momento stesso dell’azione. Ti trovi nel piú acuto della concitazione; e quando alla fine ti aspetti quasi un delirio, ti sopraggiunge un’analisi, una sentenza, un paragone, una descrizione psicologica. Licida snuda il brando; vuole uccidere il suo offensore; poi lo volge in sé, e si arresta, e fa la sua analisi: