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Pagina:De Sanctis, Francesco – Storia della letteratura italiana, Vol. II, 1912 – BEIC 1807957.djvu/467

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indice del secondo volume 461


trecentesca, e organismo fattizio in quella cinquecentesca: organismo reale in quella del Machiavelli — Le Storie fiorentine: logica degli avvenimenti — I Discorsi: gli uomini quali sono nella realtá: la mediocritá, il difetto di virtú o di energia. Arte di governo: precisione degli scopi e virtú dei mezzi — Il Principe: i mezzi di serbare il principato: lezione di energia — Intelligenza e fiacchezza nell’Italia del Rinascimento — Severo giudizio del Machiavelli su uomini e cose della vita italiana — Il principe italiano come redentore dalla corruttela — Sentimento poetico e illusioni nel Machiavelli — Ironia e spirito di osservazione — La Mandragola: somiglianza e differenza dalla Calandria del Bibbiena — Non caso, ma logica di caratteri — I personaggi — Freddezza osservatrice del Machiavelli: difetto artistico della Mandragola — La Mandragola e la letteratura moderna — Machiavelli e il machiavellismo — Epilogo dei concetti fondamentali del Machiavelli — Quel che è vivo e quel ch’è morto del machiavellismo: costanza dei fini, transitorietá dei mezzi.

II. — Prosecuzione ideale del machiavellismo: gli scrittori politici e i naturalisti — Francesco Guicciardini — Medesimezza di aspirazioni ideali col Machiavelli — Ma teoreticitá di codeste aspirazioni: accomodantismo pratico: la cura dell’interesse particolare: la «saviezza» — L’«uomo positivo» — Medesimezza della base di osservazione; ma conclusione individualistica ed egoistica — La Storia d’Italia: ricerca dei motivi riposti, spregiudicatezza — La prosa semplice e robusta dei Ricordi e quella della Storia: la preoccupazione letteraria — Limite della Storia del Guicciardini nello scorgere i motivi dell’individuo e non vedere l’insieme — Orizzonte piú largo nel Machiavelli: intravvedimento delle leggi della societá e del genere umano — Machiavelli e Guicciardini: questi, qualcosa di perfettamente finito e chiuso in sé; l’altro, punto di partenza per l’avvenire.

XVI    —    Pietro Aretino |||
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Il mondo guicciardiniano dell’egoismo: espressione estrema, l’Aretino — Sua vita e carattere — L’audacia e il successo — I suoi appetiti e le forze per soddisfarli — La letteratura come speculazione industriale: libri osceni e vite di santi — Non malvagio per natura, ma per bisogno e calcolo: sue qualitá buone — Sua importanza come scrittore — Il meccanizzamento della cultura, della forma letteraria e della lingua: la pedanteria — L’Aretino contro l’ipocrisia e la pedanteria: sua indipendenza critica — La critica delle arti