Pagina:De Sanctis, Francesco – Storia della letteratura italiana, Vol. II, 1962 – BEIC 1808914.djvu/32

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per terra, come vii prosa, a quel modo che è cascata la rosa da quella sua altezza verginale. Gli è che qui eleganza, armonia, colorito non vengono da alcun preconcetto dello spirito, ma sono la forma stessa delle cose, non il loro ornamento o la loro veste, ma la loro chiarezza. Come le cose minime, cosi le grandi masse sono disegnate con la stessa perspicuitá e purezza. Fra tante battaglie e duelli e incanti e paesaggi non trovi mai ripetizioni o reminiscenze, perché ciascuna cosa è come un individuo perfettamente distinto e caratterizzato. Quadro, piccolo o grande che sia, prende la sua movenza e il suo colore dalla cosa rappresentata, e però ciascun quadro è in sé distinto e compito, condotto e disegnato negli ultimi particolari. Lo spirito ne’ suoi preconcetti è limitato e produce la «maniera», che ti pone innanzi non la cosa vista, ma il modo di guardarla, la visione : e perciò facilmente imitabili sono i poeti subbiettivi, ne’ quali prevale la maniera, come il Petrarca, il Tasso, il Marino e simili. Al contrario inimitabile è l’Ariosto, che non ha maniera, perché è tutto obbliato e calato nelle cose, e non ha un guardare suo proprio e personale. Anzi egli ha una perfetta bonomia, un’aria di raccontare alla schietta e alla buona, come le cose gli si presentano, senza mettervi niente di suo. Ha un ingegno poroso, che riceve e rende le cose nella evidenza e distinzione della loro personalitá, senza che esse trovino ivi intoppo o alterazione. Perciò il suo ingegno è trasmutabile in tutte guise, non secondo il suo umore, ma secondo la varia natura delle cose. Con la stessa facilita e sicurezza vien fuori l’eroico, il tragico, il comico, T idillico, il licenzioso, come qualitá naturali delle cose anziché del suo spirito. Di che viene l’evidenza miracolosa di questo mondo nella sua infinita varietá e libertá, e la sua serietá artistica nel suo insieme e nelle minime parti. L’evidenza è in quel coglier gli oggetti vivi cioè in azione, e metterti innanzi tutti gli accessorii essenziali, anch’essi in azione, cioè come movimenti, attitudini o motivi : accessorii, che Dante fa indovinare, e che qui si sviluppano nelle larghe pieghe dell’ottava. E perché gli oggetti sono còlti in azione o in movimento, le descrizioni sono rare e sobrie, e appena accennati i