Pagina:De Sanctis, Francesco – Storia della letteratura italiana, Vol. II, 1962 – BEIC 1808914.djvu/70

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era il principale motivo comico del Boccaccio e degli altri scrittori di commedie, di novelle e di capitoli.

Nessun italiano, parlando in astratto, poteva trovar lodevole quella licenza, a’ cui allettamenti pur non sapeva resistere. Altra era la teoria, altra la pratica. E nessuno poteva non desiderare una riforma de’ costumi, una restaurazione della coscienza. Sentimenti e desidèri vani, affogati nel rumore di quei baccanali. Non ci era il tempo di piegarsi in sé, di considerare la vita seriamente. Pure erano sentimenti e desidèri che piú tardi fruttificarono e agevolarono l’opera del concilio di Trento e la reazione cattolica.

Rifare il medio evo e ottenere la riforma de’ costumi e delle coscienze con una ristaurazione religiosa e morale, era stato giá il concetto di Geronimo Savonarola, ripreso poi e purgato nel concilio di Trento. Era il concetto piú accessibile alle moltitudini e piú facile a presentarsi. I volghi cercano la medicina a’ loro mali nel passato.

Machiavelli, pensoso e inquieto in mezzo a quel carnevale italiano, giudicava quella corruttela da un punto di vista piú alto. Essa era non altro che lo stesso medio evo in putrefazione, morto giá nella coscienza, vivo ancora nelle forme e nelle istituzioni. E perciò, non che pensasse di ricondurre indietro l’Italia e di instaurare il medio evo, concorse alla sua demolizione.

L’altro mondo, la cavalleria, l’amore platonico sono i tre concetti fondamentali, intorno a’ quali si aggira la letteratura nel medio evo, de’ quali la nuova letteratura è la parodia piú o meno consapevole. Anche nella faccia del Machiavelli sorprendi un momento ironico quando parla del medio evo, soprattutto allora che affetta maggior serietá. La misura del linguaggio rende piú terribili i suoi colpi. Nella sua opera demolitiva è visibile la sua parentela col Boccaccio e col Magnifico. Il suo Belfegor è della stessa razza dalla quale era uscito Astarotte.

Ma la sua negazione non è pura buffoneria, puro effetto comico, uscito da coscienza vuota. In quella negazione ci è un’affermazione, un altro mondo sorto nella sua coscienza. E perciò la sua negazione è seria ed eloquente.