Pagina:Dei Sepolcri (Bettoni 1808).djvu/75

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di giovanni torti 63

Delle veraci Parche ultimo metro.
     305Quasi in aureo trapunto insigni fregi
Di piròpi vivissimi, e di perle,
Molte commendan l’uno, e l’altro scritto
Egregie cose: e s’io vorrò d’Elettra
Morente, il voto, e il non creduto carme
310Rammentar di Cassandra, e i passi incerti,
E il brancolar del Cieco entro le tombe
Interrogate, converrà, che tutti,
Quai si giaccion gli accenti, io ti ridica;
Chè scarso torna il ragionare, e fioco.
315Ma dimmi: a queste, che, di nobil opra
Non volgare ornamento, io tesso e infioro
Spontanee laudi, non vorrai, che intera,
Se ad altri mai fien conte, acquisti io fede,
Quelle additando, che fuggir non lice
320Ad umana natura, in tanto lume
Non colpabili mende? Ove gli sguardi
In povero tessuto offendan molte,
O nauseanti macchie, ottimo sempre
Di chi si tace estimerò il consiglio.
325Ma qui d’Euríto non ti agghiaccia il voto
Atticizzar; nè, dibattendo l’ale
Con vano studio di levarsi a volo,
Infelice si adìma entro al suo loto
Il palustre Filargo. E oh voi beati,