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NELLE MALATTIE 25

d’essa, sia ella nata dalla prefata prima cagione, cioè dal dolore, sia dalla seconda, cioè dall’opinione. Si può avere il dolore e sentire il peso del male, e si può insieme nè atterrirsi, nè intristire, nè farsi melanconico e conturbato. Aver un’anima inferiore alla sorte è una viltà. Que’ tratti di franchezza filosofica che si leggono nelle storie, d’uomini forti negl’infortunj e nelle corporali indisposizioni, sono tratti ch’esser dovrebbero il partaggio di noi tutti, tanto più che sono voluti dalla religione, dal senso comune, e dalle rette leggi mediche, le quali considerano un accrescer i mali coll’unirvi una renitente e sconsolata sofferenza.

Quando che l’uomo infermo non divenga nè pauroso nè triste, divien anco coraggioso, e mettesi conseguentemente in maggior vantaggio contro tutto il circolo del malanno.

È impossibile quasi il non inciampa-