Pagina:Deledda - Canne al vento, Milano, 1913.djvu/112

Da Wikisource.

— 104 —

biltà. Quanti signori non han sposato ragazze povere? Che ne sai tu? più di un lord inglese, più di un milionario d’America han sposato serve, maestre, cantanti.... perchè? perchè amavano. E quelli son ricchi: sono i re del petrolio, del rame, delle conserve! Chi sono io, al loro confronto? E le donne? Le principesse russe, le americane, chi sposano? Non s’innamorano di poveri artisti e persino dei loro cocchieri e dei loro servi? Ma tu che cosa puoi sapere?

Efix stringeva fra le mani un pezzo di pane e gli sembrava di stringere il suo cuore tormentato dai ricordi.

— Eppoi dicono di credere in Dio, loro! perchè non mi lasciano sposare la donna che amo?

— Taci, Giacinto! Non parlare così di loro! Esse vogliono il tuo bene.

— Allora mi lascino formare la mia famiglia. Io, magari, porterò Grixenda in casa loro ed essa le ajuterà. Oramai esse sono vecchie. Io lavorerò. Andrò a Nuoro, comprerò formaggio, bestiame, lana, vino, persino legna, sì: perchè adesso, con la guerra, tutto ha valore. Andrò a Roma e offrirò la merce al Ministero della Guerra. Sai quanto c’è da guadagnare?

— Ma! E i capitali?

— Non ci pensare, li ho. Basta mi lascino in pace, loro. Io non sono venuto per sfrut-