Pagina:Deledda - Canne al vento, Milano, 1913.djvu/130

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nulla.... Appena arrivato ha fatto relazione con tutta la gente che ci disprezza. Poi s’è messo a far all’amore con la ragazza della peggior razza di Galte. Una che va scalza al fiume! Ed è stato ozioso, e vive nel vizio, tu stesso lo dici. Se questo non è mancare di rispetto a noi, alla casa nostra, che cos’è? Dillo tu, in tua coscienza....

— È vero, — ammise Efix. — Ma è un ragazzo, ripeto. Bisognerebbe aiutarlo, cercargli un’occupazione. Poi vorrei dire un’altra cosa....

— E parla pure! — disse Noemi, ma con tale disprezzo ch’egli si sentì gelare. Tuttavia osò.

— Io credo che gli gioverebbe aver famiglia propria. Se ama davvero quella ragazza.... perchè non lasciargliela sposare?...

Noemi balzò su, appoggiando le gambe tremanti al sedile.

— Ti ha pagato, per parlare così?

Allora egli ebbe il coraggio di guardarla negli occhi, e una risposta sola: «io non sono avvezzo a esser pagato» gli riempì la bocca di saliva amara; ma ringhiottì parole e saliva anche perchè vedeva donna Ester tirar la giacca di Noemi, e donna Ruth pallida guardarlo supplichevole, e capiva ch’esse tutte indovinavano la sua risposta, e sapevano che non era un servo da esser pagato lui; o meglio, sì, un servo, ma un servo che nessun compenso al mondo poteva retribuire.