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XV.


Se li tirò addietro per molto tempo.

Di festa in festa camminavano, o soli o in fila con altri mendicanti, come condannati diretti a un luogo di pena irraggiungibile.

Le feste si rassomigliavano: le principali erano di primavera e di autunno, e si svolgevano attorno alle chiesette campestri solitarie, sui monti, sugli altipiani, sull’orlo delle valli. Allora, nel luogo tutto l’anno deserto, nei campi incolti e selvaggi, era come una improvvisa fioritura, un irrompere di vita e di gioia. I colori vivi dei costumi paesani, il rosso di scarlatto, il giallo delle bende, il cremis ardente dei grembiuli, ardevano come macchie di fiori tra il verde dei lentischi e l’avorio delle stoppie.

E dappertutto si beveva, si cantava, si ballava, si rissava.

Efix, vestito anche lui come gli altri men-