Pagina:Deledda - Canne al vento, Milano, 1913.djvu/98

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filo greco e vestito come un eroe di Omero, cantava:

Su turcu non si cheret reduire,
Anzis pro gherrare est animosu,
S’arabu inferocidu est coraggiosu,
Si parat prontu nè cheret fuire....1

I bicchieri passavano da una mano all’altra; qualche donna s’affacciava timidamente alla porta.

E Gregorio Giordano di Dualchi, bel giovane rosso vestito come un trovatore, si lisciava i lunghi capelli con tutte e due le mani, se li tirava sul collo, e cantava quasi singhiozzando come una prèfica:

Basta, non poto pius relatare,
Discurro su chi poto insa memoria;
Chi àppana in dogni passu sa vittoria,
De poder tottu l’Africa acquistare;
Tranquillos e sanos a torrare,
Los assistan sos Santos de sa Gloria,
E cun bona memoria e vertude
Torren a dom’issoro chin salude!2


  1. Il turco non vuole arrendersi,
    Anzi per combattere è animoso,
    L’arabo inferocito è coraggioso,
    Si slancia pronto nè vuole fuggire....
  2. Basta, non posso più raccontare,
    Discorro quel che posso a memoria;
    Che abbiano (gl’Italiani) in ogni passo la vittoria,
    Da poter tutta l’Africa conquistare;
    Tranquilli e sani possano tornare,
    Li assistano i Santi della Gloria,
    E con buona memoria e virtù
    Tornino a casa loro con salute!