Pagina:Deledda - Cattive compagnie, Milano, Treves, 1921.djvu/31

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Solitudine! 21


doveva fare un cristiano. E Dio solo potrà ricompensarti, — ella rispose commossa.

Arrivati davanti alla capanna, Sebiu disse sottovoce:

— Egli si spaventerà, nel vederti. Potrà fargli male....

— Lascia che si spaventi! — ella disse quasi con asprezza. E fece cadere il lembo della benda che le copriva metà del viso. Allora Sebiu provò un senso di sorpresa, quasi come quando il finto frate gli era apparso nel suo vero aspetto.

Marianna rassomigliava a Pottoi. Gli stessi occhi dolci e chiari, lo stesso pallore diafano, le stesse fossette agli angoli della bocca dalle labbra sporgenti.

Ella entrò nella capanna. Egli rimase fuori, dominato da un improvviso e quasi violento senso di tenerezza ardente verso la donna che veniva di lontano e gli appariva come sua moglie in sogno.

Senza abbandonare la briglia del cavallo, si avanzò fino all’apertura della capanna e si protese ad ascoltare; ma più che la curiosità lo spingeva il desiderio di sentire ancora la voce della donna.

Ella diceva, con accento vibrante di dolore e d’ira:

— Babbo, babbo! Che avete fatto? Avevate bisogno di questo? No, no, non ne avevate bisogno.... Vergogna!