Pagina:Deledda - Cattive compagnie, Milano, Treves, 1921.djvu/41

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Solitudine! 31


tu mi facessi la peggiore delle ingiurie, anche se tu tagliassi la lingua al mio cavallo, ti perdonerei.

Sebiu uscì fuori e si morsicò i pugni.

Verso il tramonto la pioggia cessò, ma il vento continuò a soffiare con violenza. Era un vento caldo, umido, che portava l’odore delle coste africane. Sull'orizzonte, sopra il mare tutto livido e sanguigno, il cielo rosso e le nuvole in color di fiamma e di fumo davano l'idea di un immenso incendio. La brughiera umida, gli scogli e la sabbia, quando le ondate si ritiravano, riflettevano la luce rossa dell'orizzonte.

Sebiu andò in cerca del cavallo dei suoi ospiti, e nella tettoia vide Marianna che cercava un sacco meno sporco degli altri per coprirsi durante la notte. Le si avvicinò: tremava tutto e i suoi occhi riflettevano la fiamma del tramonto.

— Stanotte farà freddo — disse lei, piegata sul mucchio dei sacchi.

— Se vuoi.... se vuoi, ti scalderò io....

Ella si sollevò e rise. Egli le afferrò i polsi, e gli parve di avere la stessa forza irrefrenabile delle onde che in quel momento arrivavano a sorpassare le roccie.