Pagina:Deledda - Cattive compagnie, Milano, Treves, 1921.djvu/73

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Novella romantica 63


dato, di servizio a Nisida per la custodia dei forzati, si lascia giorno per giorno vincere dalla pietà per un condannato che lo prega di aiutarlo ad evadere. Il condannato è un muratore, addetto ai lavori della strada che dal mare conduce al penitenziario: quindi ha spesso occasione di parlare col soldato e di raccontargli una lunga storia d’ingiustizie e di dolori. Il soldato che pure ha un fiero sentimento del suo dovere, finisce col lasciarsi convincere, e una notte, mentre è di guardia, vede passare il condannato e non osa dare l’allarme: poi si uccide.

Al musicomane la novella parve tanto commovente e umana, che la giudicò con la solita frase:

— Pare una novella russa!

— E perchè non americana, anche? Figurati che questo fatto sia accaduto a me, — gridò irritato Serafino.

— Tu sei ancora vivo!

— Eppure mi è accaduto.... in sogno!

— In sogno?

— In sogno, sì, o in quel periodo della nostra esistenza che noi chiamiamo sogno, e che invece potrebbe essere la realtà. Perchè, sappiamo forse noi dove comincia e dove finisce la realtà?