Pagina:Deledda - Cenere, Milano, 1929.djvu/114

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Perchè aveva mentito? E perchè quello stupido pastore aveva taciuto nell’udire la grande rivelazione? Non capiva dunque che cosa era l’amore, l’amore senza confine e senza speranza?

Ma perchè s’era egli abbassato fino alla menzogna? Ah, vergogna, vergogna! Gli pareva di aver calunniato Margherita, tanto si credeva ignobile e lontano da lei: e che lo stesso spirito di vanità e il desiderio dell’inverosimile, che una volta gli avevano fatto dire a Zuanne l’incontro dei banditi sulla montagna, in un lontano tramonto, l’avessero ora spinto a rivelargli quest’amore impossibile.

Attaccò le mani fredde alle guancie ardenti, con gli occhi rivolti al viso melanconico della luna, e rabbrividì. Ricordava un freddo e luminoso plenilunio d’inverno, la vergona e la rivelazione del furto delle cento lire, la figura di Margherita che spandeva luce nell’ombra, come la luna nella notte. Ah, forse il suo amore datava da quella sera; ma soltanto adesso, dopo anni ed anni, scaturiva irrefrenabile come una sorgente che non vuole più scorrere sotterra.

Questi paragoni, — dell’ombra e della sorgente improvvisa, — venivano fatti da lui; ed egli si compiaceva delle sue immagini poetiche, ma non cancellava con esse la vergogna ed il rimorso che lo tormentavano.

— Come sono vile, — pensava, — vile fino alla menzogna. Io potrò studiare e diventare av-