Pagina:Deledda - Cenere, Milano, 1929.djvu/135

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Chi era il militare che voleva sposar Margherita? Forse quel capitano dal collo rosso, che a teatro gli aveva detto con disprezzo: la finisca, dunque? Improvvisamente gli balenò al pensiero una visione tormentosa: Margherita sposa d’un uomo giovane e ricco, Margherita perduta eternamente per lui!

Depose il gattino per terra, e fuggì, si chiuse nella sua cameretta, s’affacciò alla finestra. Gli pareva di soffocare. Non era stato mai geloso, nè aveva mai pensato che Margherita potesse sposarsi così presto.

— No, no, — pensava, stringendo e scuotendo la testa fra le mani, — non si deve sposare. Bisogna che aspetti, finchè.... Ma perchè dovrebbe aspettare? Io sono un bastardo, io sono il figlio d’una donna perduta. Io non ho altra missione che quella di cercare mia madre e di ritrarla dall’abisso del disonore.... Margherita non può abbassarsi a me; ma finchè non avrò compiuto la mia missione ho bisogno di lei come di un faro. Dopo posso morire contento.

E non pensava che la sua missione poteva prolungarsi indeterminatamente e senza esito; e l’idea che rinunziando alla sua missione avrebbe potuto sperare nell’amore di Margherita gli sembrava mostruosa.

Il pensiero di ritrovare sua madre cresceva e si sviluppava con lui, palpitava col suo cuore, vibrava coi suoi nervi, scorreva col suo sangue; solo la morte poteva sradicarlo, questo