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192 lasciare o prendere?


finisce, e gli errori e gli eroismi, il premio o il castigo di cui vien gratificato l’uomo dai suoi simili, tutto appare ridicolo davanti alla grandezza della morte.

— Se il vecchietto aveva realmente un gruzzolo se lo era ben guadagnato coi suoi quarant’anni di schiavitù; era suo e poteva disporne come della polvere delle sue scarpe.... — egli pensava aggirandosi per la casa fredda e desolata e guardando suo malgrado qua e là nei ripostigli ove il morto avesse potuto nascondere il suo tesoro.

Era la vigilia di Natale e il tempo si manteneva bello, freddo e luminoso: attraverso le finestruole senza vetri il grande paesaggio di vallate verdi chiuse dal profilo bianco e violetto dei monti lontani appariva nitido e pieno di luce: i rumori vibravano come colpi battuti sul cristallo, e tutto era diafano, armonioso. Veniva desiderio di spiccare il volo e andarsene attraverso il mondo bello e grande, come le aquile che dopo il tramonto passavano sopra il villaggio.

— Se zio Pera avesse davvero lasciato un po’ dei suoi famosi marenghi! I denari sono le ali dell’uomo....

Così pensava Giuseppe, seduto melanconicamente accanto al fuoco, nella cucina grande, dove ai bei tempi i servi di casa Demuros avevano festeggiato con cene e canti omerici il Natale. Don Giame arrostiva allo spiedo un pezzo di cinghiale regalatogli dalla guardia campestre, e diceva: