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lasciare o prendere? 197


egli ricordava era la sua infanzia. Staccò dal cofanetto il coperchio guarnito di nastrini e il suo viso si fece lungo per la meraviglia, poi corto per il sorriso che lo allargò: sorriso di piacere, ma anche d’ironia.

Il cofanetto conteneva il tesoro di zio Pera. Giuseppe capì subito che lo aveva messo lì suo padre. Perchè? Per fargli ingenuamente credere che lo avevano portato i due servi morti, o per burlarsi di lui?

Ma il quesito cadde subito, insoluto, incalzato da un altro. Che fare? Prendere o lasciare? Tornò la vertigine, ripassarono le figure; e tutte adesso si ridevano di lui per il solo fatto che egli si domandava: prendere o lasciare?

Rimase un momento così, curvo, mentre dalla candela piovevano goccie di cera che si congelavano come perle sulle monete d’oro: finalmente balbettò come un bimbo: «prendere....» e gli parve d’esser chinato sull’orlo di un pozzo in fondo al quale brillava il sole....