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qualche fatto di sangue e l’avranno soppresso perchè non testimoniasse....
Il ritorno di zio Innassiu Arras diede un diversivo alla curiosità delle donne. I parenti e gli amici del vecchio fecero una specie di questua per lui, ottenendo una capra o qualche altro capo di bestiame da quasi tutti i pastori del paese; così gli formarono un gregge ed egli riprese l’antica vita. Solo alla domenica lo si vedeva in chiesa rigido e solenne, con la sua lunga barba in colore del granito, calmo come un patriarca che avesse passato tranquillamente la sua vita tra i suoi figliuoli e i suoi nipoti. All’uscita di chiesa andava a sedersi sulle panchine della piazza con gli altri vecchioni, o si recava da Jorgj Nieddu.
Un giorno nel passare davanti alla casa dei Corbu vide il nonno sul limitare della porta intento a ritagliare un pezzo di canna per farne un astuccio da fiammiferi. Si salutarono con un cenno del capo, ma sul viso di entrambi passò un sorriso di reciproco scherno; mentre gli occhi verdastri del nonno guardavano il bastone biforcuto, il mite vincastro al quale l’ex-bandito era tornato dopo tanti anni di fiera ribellione, gli occhietti porcini di zio Innassiu fissavano il coltellino e l’astuccio di canna del suo nemico: ed entrambi pareva si dicessero con lo sguardo:
«Ecco a che cosa sei ridotto!»
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Columba accese il fuoco e preparò il caffè. Il nonno era assente e la sua stuoia arrotolata e appoggiata all’angolo dietro il focolare pareva vegliasse anch’essa nella notte fredda aspettan-