Pagina:Deledda - Cosima, Milano, Treves, 1937.djvu/120

Da Wikisource.
86 grazia deledda


— Sembri una ciliegia che comincia a maturare, — le dice l’amica Lenedda, e Cosima arrossisce e tace, ma la sorella Pina, squadrando il vestito verde e nero dell’altra, ribatte:

— E tu sembri una vipera.

L’altra ride; dice:

— Non mi ricordavo che ti hanno tagliato il filo della lingua.

Infatti era vero: da piccola Pina balbutiva poiché lo scilinguagnolo sotto la sua lingua era eccessivamente corto: e le fu tagliato; cosa che tutti, per il resto della vita, le rinfacciarono.

— A te non occorreva tagliartelo, il filo della lingua: anzi bisognerebbe ricucirlo.

Risero, le ragazze, perché in fondo erano allegre e si divertivano delle loro stesse malizie: fu portato il caffè, e si riprese a parlar male delle altre cugine, le sorelle di Antonino, che spiavano dalle finestre di faccia, ma non si degnavano di venire a salutare le piccole borghesi. Poiché esse vestivano in costume, sì, ma in modo sfarzoso, ed erano più ricche delle altre, in modo che la loro madre diceva convinta:

— Per le mie figlie occorrono uomini in alto, fieri e potenti.

Invece la maggiore, molti anni più tardi, sposò un possidente paesano, e la minore un ricco commerciante.

Quel giorno, esse non si unirono alla compa-