Pagina:Deledda - Cosima, Milano, Treves, 1937.djvu/76

Da Wikisource.
48 grazia deledda

per lunghe ore nella camera alta della casa, e se Cosima, con la forza della curiosità e della passione, riusciva a mettersi in ascolto nel pianerottolo li sentiva leggere ad alta voce e commentare e discutere di cose letterarie. Antonino recitava i versi ultimi del suo diletto poeta: una mattina la sua voce risonò più alta del solito, e nell’umile sereno silenzio della piccola casa patriarcale, si diffuse come una musica che raccontava di città lontane, luminose di fontane, di statue, di giardini, popolate solo di amanti, di donne bellissime, di gente felice.

    Quante volte, in su’ mattini
chiari e tiepidi io l’aspetto!
Ella ancora ne’l suo letto
ride ai sogni mattutini.

    Su la piazza Barberini
s’apre il ciel, zaffiro schietto.
Il Tritone del Bernini
leva il candido suo getto.6

Intorno a quel tempo morì la nonnina.