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Pagina:Deledda - Elias Portolu, Milano, 1920.djvu/106

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Elias ebbe un attimo di smarrimento, di paura, di piacere indicibile, nel trovarsi solo con Maddalena; soli, fra l’erba e gli alti cardi fioriti. Il cuore gli battè forte e una vertigine di desiderio gli turbinò per tutto l’essere, quando i suoi occhi incontrarono quelli appassionati e supplichevoli di Maddalena.

“Salvami! Salvaci!„ gli diceva quello sguardo. “Tu mi ami, io ti amo, son venuta per chiederti di salvarmi e di salvarci. Elias, Elias!„

Ma egli credeva di perdersi e di perderla, se continuava solo a guardarla: fece violenza a sè stesso; guardò lontano. La pecora correva tra l’erba, inseguita da zio Martinu e da Mattia che cercavano di spingerla verso una macchia.

— Che stupidi! — disse Elias. — Se fossi andato io, a quest’ora sarebbe tosata.

E si slanciò lontano, lasciando Maddalena sola, nel sole, tra l’erba e gli alti cardi fioriti; sola, con le palpebre di Madonna abbassate con rassegnato dolore.

— Zio Martinu, — disse Elias al vecchio, mentre Mattia li precedeva tirandosi appresso la pecora riluttante, — fatemi un piacere, zio Martinu mio, non lasciatemi solo un momento con quella ragazza.