Pagina:Deledda - Elias Portolu, Milano, 1920.djvu/158

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Infatti frequentava l’ovile un ragazzino, figlio d’un pastore vicino, gente molto povera. Era un po’ scemo, ma buono, lacero, così magro e nero che sembrava una statuina di bronzo. Veniva quasi ogni giorno alla capanna dei Portolu, e si trastullava quieto col gatto, col porchetto, coi cani: Elias gli dava spesso pane, frutta e latte, ed anche vino; ed il ragazzino gli si era affezionato. Ma un giorno scontò tutto. Elias si trovava solo nella capanna ed era d’umore terribile perchè la sera prima Mattia aveva portato brutte notizie di casa: Pietro s’ubriacava ogni volta che rientrava dal lavoro, e insultava e maltrattava Maddalena. Il bimbo venne coi passettini silenziosi dei suoi piedini scalzi, abbracciò il cane, poi entrò nella capanna.

— Cosa vuoi? — chiese Elias rudemente.

— Dammi latte!

— Non ne abbiamo.

— Dammi latte, dammi latte, dammi latte, — cominciò a dire il ragazzino, e non la finiva mai.

Elias provò un’irritazione fisica invincibile: prese il piccolo per il braccio e lo cacciò fuori, a calci, lontano, insultandolo come un adulto e ingiungendogli di non ritornare più. Il bambino se ne andò via quasi con dignità, senza