Pagina:Deledda - Elias Portolu, Milano, 1920.djvu/174

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e di piacere, e già non osava più guardare il fratello. E Pietro se ne andò.

— Vieni a cena, — disse zia Annedda due volte, facendosi sulla porta.

— Non ne ho voglia; mi sento male, — rispose Elias; e rimase lunga ora immobile, sempre così, ripiegato e col capo fra le mani.

Dentro sentiva Maddalena chiacchierare allegramente, come non l’aveva mai sentita, con voce mutata; raccontava a zia Annedda tutti i particolari della mascherata, e rideva, e doveva aver gli occhi lucenti, il viso acceso, l’anima ubriaca. Poi le due donne si ritirarono, e tutto fu silenzio intorno ad Elias. Il fuoco ardeva sempre nel focolare; una quiete paurosa era nell’aria, nel cortiletto tranquillo, nella notte velata.

Egli si sollevò; aveva la schiena rotta, il cuore pulsante; il sangue gli passava a ondate sul dorso, sulla nuca, balzandogli alla testa, ottenebrandogli i pensieri. In questo stato di incoscienza salì senza far rumore la scaletta e battè un lievissimo colpo all’uscio di Maddalena. Ella doveva vegliare perchè rispose subito:

— Chi è?