Pagina:Deledda - Elias Portolu, Milano, 1920.djvu/211

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— Tuo padre è in paese?

— Sì.

— E tuo fratello Pietro?

— Pure lui.

— Bene, dopo che avrete pranzato di’ loro che restino in casa; verrò io e parleremo tutti assieme.

— Io non so come ringraziarla! — esclamò Elias con riconoscenza. — Dio solo la pagherà.

— Bene, bene; di questo ne parleremo appunto con Dio, un altro giorno; ora va in pace.

Elias se ne andò, ma non potè rientrare a casa fino all’ora del pranzo; si sentiva il cuore grosso, la gola stretta. Ah, la realtà del suo sogno s’avvicinava, lo circondava già, lo premeva, lo staccava violentemente dal mondo, dalla giovinezza, dal piacere, dalla famiglia, dalla vita sino allora vissuta. Ed egli ne provava un dolore infinito; ma neppure per un attimo gli venne in mente di indietreggiare.

Rientrò, pranzò distratto con gli occhi sempre rivolti alla porta; e ogni tanto, udendo rumore di passi nel viottolo, trasaliva. Maddalena lo osservava e non potè trattenersi dal chiedergli che cosa aveva e chi aspettava.