Pagina:Deledda - Elias Portolu, Milano, 1920.djvu/92

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IV.


Ecco, ora Elias è finalmente nella sconfinata solitudine della tanca,1 animata solo da qualche grido, da qualche fischio di pastore, dal tintinnio delle greggie e dal muggito degli armenti. Folti boschi di soveri si profilano sull’orizzonte, chiudendo lo sfondo sereno del cielo. La tanca dei Portolu era stata anni prima diboscata, e adesso stendevasi aperta, vasta, battuta dal sole. Solo qualche sovero qua e là sorgeva fra il verde delle erbe, delle macchie, dei rovi; nelle distese umide la vegetazione era morbida e delicata, profumata di menta e di timo. I pascoli lussureggianti, al cader della primavera, prendevano un verde dorato luminoso: i cardi aprivano i loro fiori d’oro e di viola, i rovi sbattevano lo loro rose

  1. Vastissimo terreno chiuso.