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26 grazia deledda

ed io non ti bastono per ciò, ma in verità te lo meriti.

Giaffà s’alzò e si mise a fuggire.

— Va, va, — gli gridò il contadino — se un’altra volta ti capita, devi scavare una fossa e seppellirlo: altrimenti avrai molte bastonate.

Giaffà restò talmente convinto di quanto gli diceva il contadino che quando, dopo circa mezz’ora di viaggio, vide un frate dormire all’ombra d’un albero, in una campagna coltivata, prese una vanga che si trovava lí accanto e scavò una fossa.

Al rumore il frate si svegliò: era un missionario cristiano, e domandò con dolcezza a Giaffà che cosa faceva. Avuta la risposta, sorrise benevolmente; poi volle accompagnar Giaffà a casa sua. Chiese alla madre dell’idiota se permetteva che Giaffà vivesse un po’ di tempo nella Casa dei Missionari, ove sarebbe stato istruito o almeno dirozzato.

Figuratevi! A Pan-a non parve neanche vero; e cosí Giaffà andò ad abitare dai frati, che lo convertirono alla fede cristiana.