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90 grazia deledda

mite, voi siete sanguinaria e feroce. Giuochiamo a carte scoperte. Voi meritate mille morti. E cosa contano i falli dei due disgraziati or ora giustiziati, dinanzi ai vostri delitti? Voi un giorno avete visto un uomo a cavallo. Subito avete deciso la morte di questo nobile animale...

— Come mai l’avrò ucciso? — pensò la tortorella lagrimando, mentre il pettirosso la guardava con immensa compassione.

— Subito — proseguí il giudice — subito avete posto in opera il vostro infame progetto. Avete cominciato a svolazzare sulla testa della vostra vittima; il cavaliere infastidito trasse un’accetta per uccidervi, mentre posavate sulla testa del cavallo. E batté il colpo. Ma voi volaste via sghignazzando, e l’accetta spaccò il cranio del nobile animale che morí sul colpo. Non faccio commenti.

È un fatto che commosse tutta l’umanità. Perciò, ecc. ecc.

Ripeté la solita sentenza.

La timida tortorella fece quanto non aveva tentato neppur il gallo coraggioso. Cercò di difendersi, obbiettando:

— Ma io sono nata quest’anno!

— Che vi colga una palla! — imprecò il giudi-