Pagina:Deledda - I giuochi della vita.djvu/129

Da Wikisource.

pasqua 121


di trovare più bianco e più ben fatto il suo. Verso sera tornò dall’ovile il marito; tornò sul suo forte cavallo bianco, con una bisaccia colma di latticini, e con due agnelli, uno bianco e l’altro nero, che dovevano servire per il banchetto pasquale. Era ricco, il marito di Apollonia, ma come tutti i mariti ricchi che hanno sposato ragazze povere, era brutto e vecchiotto: nel suo viso giallognolo solo il naso e un po’ della fronte e un po’ delle guancie, emergevano fra una nuvola nera, di barba e di capelli arruffati. Il sabato sera cominciarono le feste pasquali: il ricco pastore invitò a casa sua parenti, amici, vicini, e tutti cantarono, improvvisando canzoni di gioia in onore di Nostro Signore Risorto. Intanto mangiavano le focaccie e bevevano vino, assenzio ed acquavite. Manco a dirlo, tutti si ubriacarono, per fai dispetto ai Giudei che avevano crocifisso Gesù Nostro.

Anche l’indomani mattina Apollonia s’alzò all’alba, perchè doveva per mezzodl preparare il pranzo pasquale. A misura che il sole saliva sopra la collina, la giovine donna si turbava nuovamente pensando alla visita del Vicario. Ah! oggi verrà, verrà certamente. Apollonia sa che anch’egli si è alzato all’alba, e, vestito degli