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i giuochi della vita 163


per risponder male; ma al contrario di sua moglie egli sapeva dominare i proprii nervi, e ripetè l’invito che il Calzi accettò senza farsi pregare oltre.

Carina era già molto su, e Goulliau saliva lentamente, come stanco e distratto, fermandosi ogni tanto.

— Quanti gradini avete? Trecentomila? — disse Calzi. — Ogni volta faccio una sudatina che è un piacere.

Vedendo che l’altro non gli badava lo raggiunse e lo prese per il braccio.

— Pazienza e sangue fresco! — riprese; poi abbassò la voce: — cos’è quell’affare che ha ricevuto tua moglie?

— Un manoscritto, — rispose Goulliau suggestionato. — Il manoscritto di un bellissimo romanzo che essa ha scritto. Ella però si ostina a mandarlo ai grandi editori, che naturalmente lo respingono.

— Senti! senti! Tua moglie una scrittrice! Questa è nuova, diceva l’apostolo Santa Barbara.

— Non ha pubblicato mai niente, però, — disse Goulliau. — E il suo torto è di volersi far conoscere tutto ad un tratto.

— Senti! senti! — ripeteva a sè stesso Teo-