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196 i giuochi della vita


piccole cose il cui sacrifizio dava rancore, ma non rimediava niente.

Anche Goulliau faceva molti piccoli sacrifizii e soffriva e si umiliava più di sua moglie, perchè lavorava e sentiva la vita più di lei. Raramente andava al Costanzi, in loggione od in piedi, e provava una vertigine di ribellione e d’angoscia vedendo nei palchi le dame che non badavano allo spettacolo, mentre la sua Carina intelligente, che amava la musica, non poteva penetrare nel tempio dell’arte consolatrice. Poi anch’ egli dovette rinunziare al teatro; ma spesso assisteva con amaro piacere all’arrivo degli spettatori, guardando con rancore i grandi annunzî dell’atrio. Un palco, per una notte, ottanta lire! Ciò che egli guadagnava in quindici giorni di lavoro!

Una sera, poi, vide che gli inservienti del teatro cacciavano fuori dall’atrio coloro che non avevano biglietti: andò via prima che glielo dicessero, e sentì un impeto d’odio verso la società. Fuori, fuori! Fuori anche dall’atrio del grande teatro della vita, fuori, al freddo, al buio!